giovedì 16 marzo 2017

Omaggio a Marco Simoncelli

Marco Simoncelli 
La pista di Sepang su cui è stato disputato il Gran Premio della Malesia del 2014, è stato teatro di una tragedia nell'ormai lontano 23 ottobre 2011. Questo evento drammatico non riguarda lo sport della Formula 1, bensì il suo alter ego su due ruote, la Moto GP: stiamo parlando dello sfortunato incidente che costò la vita del giovanissimo campione italiano Marco Simoncelli.
Sulla pista malese nel 2008 era riuscito a conquistare il suo primo e purtroppo unico titolo iridato nel mondiale classe 250, ottenendo un buon terzo posto che gli permise di abbattere definitivamente la concorrenza dello spagnolo Alvaro Bautista e del finlandese Mika Kallio. La crescente popolarità derivata dai suoi continui miglioramenti nella gestione della sua moto attirarono l'attenzione della Honda, desiderosa di accaparrarsi un talento puro e genuino per ricostruire un ciclo vincente dopo l'abbandono di Valentino Rossi.

Nel 2010, anno di debutto nella classe MotoGP, ottenne buoni risultati garantendosi il pieno appoggio del team HRC per gli anni successivi.
Nel 2011 iniziò a beneficiare del supporto della casa motoristica giapponese, migliorando il suo rendimento in pista con due pole position e due podi.
Si arrivò quindi in Malesia con il Super Sic (nomignolo amichevolmente attribuitogli dal nove volte campione del mondo e suo mentore Valentino Rossi) desideroso di confermare il secondo posto ottenuto nella gara precedente in Australia o magari migliorarlo. Nel corso del secondo giro però Simoncelli perse il controllo della sua moto e nel tentativo di riprendere la pista rimase in sella, tagliando trasversalmente la pista. Valentino Rossi e Colin Edwards, immediati inseguitori del pilota italiano, non poterono far altro che colpirlo. I soccorsi furono immediati, ma inutili. Il pilota morì poco dopo per i traumi riportati alla testa, al collo e al torace, suscitando la commozione di tutti, compresi gli spettatori che guardavano il gran premio da casa.

L'omaggio di Trulli
I suoi funerali furono celebrati nella chiesa di Coriano, la sua città, il 27 ottobre dello stesso anno, in diretta televisiva Rai e Mediaset. Molte istituzioni italiane lo ricordarono, così come fece il mondo dello sport.
La settimana successiva si correva in India la 17esima tappa del Mondiale di Formula 1 sul circuito di Greater Noida. In quell'occasione vari piloti decisero di onorarne la memoria, offrendogli diversi tributi: Jarno Trulli, ad esempio, chiese alla federazione di poter correre con il numero 58, ma la sua richiesta fu respinta. Decise quindi di modificare il proprio casco indossando quelle strisce bianche e rosse che erano il simbolo del Sic. Anche il brasiliano Barrichello fece qualcosa di molto simile, onorando anche il pilota britannico Dan Wheldon morto due settimane prima in una gara dell'IRL (Indy Racing League), per un terribile incidente.

Altri piloti inserirono il numero 58 sia sui caschi che sulle loro monoposto, mentre il vincitore del Gran Premio di quell'anno Sebastian Vettel dedicò la vittoria a Marco Simoncelli e a Dan Wheldon, mostrando la solidarietà del Circus nei confronti delle altre competizioni velocistiche di tutto il Mondo. Prima di tutto la sportività, la lealtà e la coerenza. La possibilità di incappare in un incidente mortale è comune nel pensiero dei piloti, così come la voglia di spingere il proprio mezzo al massimo della velocità nel tentativo di vincere.
Marco Simoncelli era un esempio perfetto di questi valori, un atleta di qualità sempre pronto ad aiutare il prossimo ma restio al pensiero di non dare il 100% in pista. Grazie Super Sic! Non ti dimenticheremo mai!

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