giovedì 16 marzo 2017

C'era una volta un team: Minardi

La Minardi è stata una squadra automobilistica fondata nel 1979 da Giancarlo Minardi, con sede a Faenza. Ha partecipato al Campionato mondiale di Formula 1 dal 1985 al 2005. Grazie a questo piccolo team esordirono in F1 piloti come Jarno Trulli, Giancarlo Fisichella, Mark Webber e Fernando Alonso.


Storia


Prima della Formula 1


La 312T utilizzata da G. Martini 
Il primo approccio di Minardi alle corse di prototipi nacque negli anni '50 nell'allora centro FIAT di Faenza dove fu costruita una vettura da corsa in maniera totalmente artigianale, autoproducendo tutto: dal motore costruito sotto la guida di Antonio Lotti, capo meccanico dell'officina e poi lui stesso alla guida, al telaio.
L'origine della scuderia moderna è nella Scuderia Everest, fondata da Giancarlo Minardi nel 1976 per far correre giovani piloti su una Ferrari 312T, esperienza durata poco visto che il pilota Giancarlo Martini danneggiò gravemente la monoposto nel giro di ricognizione della Race of Champions sul circuito di Brands Hatch.


Formula 2


Dopo il fallito tentativo della scuderia Everest la squadra si concentrò sulla Formula 2 dove nel 1980 esordì la prima vettura denominata Minardi, disegnata da Giacomo Caliri.
L'anno seguente arrivò la prima vittoria con Michele Alboreto sul circuito di Misano e così Minardi cominciò a pensare a un esordio in Formula 1 nel 1984 con motorizzazione Alfa Romeo.


Formula 1


Gli anni '80


La Minardi M185 con cui la scuderia faentina esordì in F1
La prima vettura di Formula 1 fu costruita, sempre su progetto dell'Ingegner Caliri, nel corso del 1984.
La Minardi M184 dotata di un telaio misto alluminio-fibra di carbonio, venne allestita con un motore Alfa Romeo 8 cilindri turbo, analogo a quello utilizzato dalla Osella.
Furono svolti test con al volante Alessandro Nannini per un totale di 2000 km in vista del mondiale 1985, prima che l'Alfa Romeo decidesse di non fornire i motori alla scuderia.
Ormai il progetto era avviato, e causa l'abolimento prossimo della F2, si decise di proseguire. La vettura, denominata ora M185, venne adattata al motore Cosworth aspirato per potersi schierare alle prime gare.

Al debutto, in Brasile a Jacarepaguà, la squadra si presentò con uno staff di appena 10 persone, fra meccanici, pilota e soci del team; a dirigere le operazioni tecniche era un solo ingegnere, Giacomo Caliri.
Nel frattempo, uno dei soci di Minardi, Piero Mancini, aveva costituito una società denominata "Motori Moderni". Su progetto dell'Ingegner Carlo Chiti, dimissionario dall'Autodelta, e progettista proprio del motore Alfa Romeo, venne realizzato un motore 6 cilindri turbo, che fu portato all'esordio nella quarta gara della stagione, il Gran Premio di San Marino. Pilota era Pierluigi Martini, nipote di quel Giancarlo pilota del team Everest nel 1976. Nannini era stato sostituito, sia per la mancanza della superlicenza, ossia della "patente" per correre in F.1, sia per questioni legate agli sponsor. Pur con un budget ridotto, la scuderia disputò tutta la stagione in modo dignitoso, anche se non raggiunse la zona punti. Miglior risultato l'ottavo posto nel Gran premio conclusivo in Australia.

Alessandro Nannini sulla Minardi M186
Nel 1986 piloti furono Alessandro Nannini e Andrea de Cesaris. La stagione fu assai deludente. Sia la M185B sia la nuova M186 soffrirono gravi problemi di affidabilità in tutte le sue parti, soprattutto il motore e solo in Messico le vetture conclusero la gara, con De Cesaris 8° e Nannini 14°.

Nel 1987, passato de Cesaris alla Brabham, venne ingaggiato il ricchissimo spagnolo Adrian Campos, dotato di una buona copertura finanziaria, ma di scarse doti di pilota. La stagione, fu ancora più deludente (solo un 11º posto come miglior risultato).

Nel 1988, la Minardi abbandonò i motori turbo ed adottò, come molte scuderie minori, il motore Cosworth DFZ aspirato. I piloti erano Adrian Campos e Luis Perez-Sala. Dopo quattro gare, Campos venne allontanato e richiamato Pierluigi Martini che alla prima gara conquistò il primo punto nella storia della scuderia, nel Gran Premio degli Stati Uniti a Detroit. Fu l'unica gioia per la scuderia: la vettura non era competitiva e Caliri venne licenziato.

L'anno successivo, confermati i piloti e realizzata una vettura totalmente nuova progettata da Nigel Cowperthwaite, dopo qualche problema iniziale arrivarono i risultati con un 5º e 6º posto nel Gran Premio di Gran Bretagna. La scuderia chiuse la stagione all'11º posto tra i costruttori con 6 punti. Grazie alle ottime gomme Pirelli, Martini rimase addirittura in testa per un giro (in realtà un centinaio di metri sul rettilineo finale) del Gran Premio di Portogallo.

Gli anni '90


La Minardi M190
Il 1990 iniziò con una sorprendente qualifica: grazie ad azzeccate gomme Pirelli, Martini conquistò il secondo
posto in Griglia nella gara inaugurale a Phoenix, ma dopo il settimo posto in quella gara, ne Martini, né Paolo Barilla, né il sostituto di quest'ultimo nelle ultime gare, Gianni Morbidelli conquistarono punti.

Per il 1991, però si attendeva un riscatto, anche perché la vettura M191, sarebbe stata dotata del motore Ferrari con cui la casa di Maranello aveva sfiorato entrambi i titoli nel 1990. L'accordo con la scuderia del cavallino rampante costò alla Minardi oltre 8 miliardi di lire. La stagione, però, si rivelò deludente. La mancanza di fondi e il fallimento della trattativa con uno sponsor giapponese causarono problemi economici alla squadra faentina; in più dai piloti Martini e Morbidelli, giunsero solo due quarti posti ad opera del primo. La Ferrari decise di dirottare i motori V12 verso la Scuderia Italia.

La Minardi motorizzata Ford del 1993
Nel 1992, la Minardi si schierò con il motore Lamborghini progettato da Mauro Forghieri (ex progettista della Ferrari): malgrado le buone premesse di inizio stagione, né Morbidelli né il nuovo acquisto Christian Fittipaldi furono in grado di raccogliere risultati di rilievo, salvo un sesto posto nella penultima gara dell'anno in Giappone.

Nel 1993 la Minardi schierò come piloti Christian Fittipaldi (nipote di Emerson, vincitore di due mondiali negli anni 70, sostituito nelle ultime due gare da Jean-Marc Gounon) e Fabrizio Barbazza (sostituito nella seconda parte di stagione ancora da Pierluigi Martini). Dopo un buon inizio (4 piazzamenti a punti con un quarto posto nella prima gara), i risultati calarono e la squadra chiuse con 7 punti e l'ottavo posto finale. La situazione economica era, però, critica e la Minardi, dopo mesi di trattative, trovò l'accordo per una fusione con la Scuderia Italia.

P. Martini nel Gp di Gran Bretagna 1995
Per la stagione 1994 il team riuscì ad avere a disposizione un budget di 30 miliardi di lire e schierò come piloti titolari Michele Alboreto (il vice campione del mondo 1985 era alla sua ultima stagione nella massima formula) e Pierluigi Martini. Fu una stagione dura, nella quale i due conquistarono in tutto 5 punti.
Nel 1995-1996, si alternarono vari piloti, ma la scuderia ottenne un solo punto con Pedro Lamy nella gara conclusiva del 1995, fra l'altro ottenuto in modo fortunoso, grazie ai ritiri di vari piloti.

Nel 1997 variò, però, l'assetto societario e Giancarlo Minardi, pur restando presidente, cedette oltre l'85% delle sue quote a Flavio Briatore e Gabriele Rumi, quest'ultimo patron della Fondmetal, che dopo aver rilevato il settore F.1 dell'Osella, ribattezzata con il nome della sua azienda, aveva poi collaborato con la Tyrrell. I nuovi finanziatori garantirono alla scuderia italiana un budget di trentacinque miliardi di lire e la nuova M197 poté disporre dei motori Hart e di un nuovo telaio, con soluzioni aerodinamiche aggiornate.
Briatore collocò poi Jarno Trulli (che sarebbe passato poi alla Prost e sostituito da Tarso Marques a stagione in corso) come pilota della casa italiana al fine di fargli acquisire esperienza, affiancandolo a Ukyo Katayama. La scuderia non ottenne punti.

Jarno Trulli su Minardi nel Gp d'Argentina 1997

Rumi si oppose a un accordo per la cessione delle quote di Briatore alla British American Tobacco (che avrebbe poi creato la BAR) e acquistò la totalità dell'azienda, ma anche in questo caso senza sufficienti fondi per svilupparla.
Dopo un 1998 senza risultati utili e un 1999 in cui nonostante i sacrifici di un ottimo Badoer la scuderia
Faentina raccolse un solo sesto posto nel controverso Gp d'Europa con Marc Genè, la Minardi attraversava uno dei momenti peggiori dalla sua fondazione.


Gli ultimi anni


Fernando Alonso al volante della PS01 (2001)
La situazione economica del team andava, però, aggravandosi e Rumi e Minardi avviarono una trattativa con la PanAmerican Sports Network, sponsor di Gastón Mazzacane, per l'acquisizione della scuderia, poi fallita.
Successivamente venne trovato come acquirente l'australiano Paul Stoddart, già sponsor della squadra con il marchio European Aviation.
Giancarlo Minardi restò comunque durante tutti questi anni nella squadra con ruoli di primo piano, in particolare di selezione dei giovani piloti.
L'acquisizione venne completata il 30 gennaio del 2001, ma ciò comportò l'impossibilità di preparare la vettura in tempo per i test invernali.
La vettura debuttò, quindi, direttamente al Gran Premio d'Australia 2001. Come piloti furono assunti il debuttante Fernando Alonso e Tarso Marques, che già aveva corso per il team faentino nel 1997.
La nuova monoposto della scuderia aveva, però, diversi limiti, principale dei quali un motore poco potente, il Ford Zetec-R, risalente al 1998 e ormai obsoleto. Durante la stagione non vi furono infatti particolari acuti, nonostante Alonso si fosse messo in luce in alcune gare, piazzandosi davanti a vetture più blasonate, pur non andando mai oltre il decimo posto. Marques, invece, ottenne due noni posti, ma il più delle volte fu battuto dal proprio compagno di squadra e nelle ultime gare stagionali venne sostituito da Alex Yoong.
La cura Stoddart, unita ad alcune iniziative promozionali (test su una vettura modificata a due posti, asta dei modelli passati e di memorabilia della squadra) consentì di uscire dalla spirale dei debiti ma non di avere risorse a sufficienza per sviluppare le vetture progettate, spinte da motori spesso antiquati come gli Asiatech.

La PS05, l'ultima Minardi in F1
Nel 2003, poi, vennero assunti come piloti Justin Wilson e l'esperto Jos Verstappen. Stoddart, però, non disponeva dei mezzi necessari per fare sì che la sua squadra partecipasse ai test privati ed ancora una volta la monoposto venne presentata pochi giorni prima dell'inizio della stagione.
Nonostante non fu conquistato alcun punto le vetture della casa faentina riuscirono a mettersi in evidenza, con Verstappen che ottenne il miglior tempo nelle prove libere del Gran Premio di Francia e si piazzò in posizioni di centro classifica durante le qualifiche della gara in Canada. Wilson, dal canto suo, ottenne discrete prestazioni che a metà stagione gli valsero la chiamata da parte della Jaguar per sostituire Antonio Pizzonia. Al suo posto venne assunto Nicolas Kiesa, che non ottenne particolari risultati.

Fu solo nel 2005 che la Minardi riuscì a mettere in pista (favorita anche dai cambi di regolamento) una vettura completamente nuova, la PS05, spinta da un motore Cosworth TJ ultima serie; ciò nonostante la Minardi non riuscì ad ottenere piazzamenti, se si esclude il 5º e 6º posto colto al Gran Premio degli Stati Uniti corso da sole sei vetture, e la squadra venne messa in vendita sotto la spinta del potenziale arrivo in F1 di nuovi team che avrebbero potuto ridurre ulteriormente le risorse a disposizione.


La rinascita come Scuderia Toro Rosso


La Toro Rosso, nata dalle ceneri della Minardi nel 2006
Il 10 settembre 2005 la squadra viene ceduta alla Scuderia Toro Rosso che progetta di affiancarla alla già esistente Red Bull Racing in modo da collocare i piloti provenienti dal Red Bull Driver Search Program tra cui Scott SpeedVitantonio Liuzzi e Neel Jani.
Nel contratto di cessione viene garantita la permanenza dell'azienda a Faenza per almeno due anni, diventando dopo di essi la sede stabile del Team, continuando ad essere la seconda scuderia italiana in Formula 1, oltre alla Ferrari.
La squadra è stata ribattezzata Scuderia Toro Rosso, traduzione italiana del nome anglofono Red Bull Team.
Come capo scuderia è stato nominato Franz Tost, e dopo pochi mesi un altro austriaco, l'ex-pilota Gerhard Berger, ha acquistato metà della squadra entrando nella dirigenza. Il 14 settembre 2008 conquisterà la sua prima pole position ed in seguito la vittoria del Gran Premio d'Italia con Sebastian Vettel.


Il futuro dopo la Formula 1 del marchio Minardi


All'inizio del 2006 Giancarlo Minardi ritorna in possesso del nome storico Minardi e unendosi alla squadra GP Racing, fondata da Mauro Loro e Tancredi Pagiaro nel 1997, fa nascere il Minardi Team by GP Racing che gareggia nella nuova serie europea di Formula 3000, erede diretta della serie italiana in cui gareggiava la GP Racing.
I colori saranno i tradizionali colori Minardi giallo e nero e i piloti Roldàn Rodriguez, Juan Caceres e Tuka Rocha. Prima della gara di Barcellona Caceres abbandona il Minardi Team e il suo posto viene preso dal pilota italiano Davide Rigon.
Inoltre, insieme al nuovo Minardi Team By GP Racing nasce anche il Minardi Blog, pagina ufficiale del Minardi Team.
La prima stagione del Minardi Team By Gp Racing nel campionato Euroseries 3000 termina con 3 vittorie (Silverstone, Barcellona e Vallelunga) e il secondo posto nella classifica dei team con 129 punti.

La Minardi Team By Piquet Sports

Il 2007 invece, vede una fantastica stagione per il Minardi Team by GP Racing, con la conquista del campionato team (185 punti) e di quello piloti, con Davide Rigon, con 108 punti. Secondo classificato nella classifica piloti il compagno di squadra Diego Nunes (77 punti).
Il 2 ottobre nasce il Minardi Team by Piquet Sports che parteciperà al campionato di GP2 a partire dal 2007. I colori di questo nuovo team saranno i classici Minardi, e cioè il blu e il giallo. I piloti saranno il brasiliano Negrao e lo spagnolo Roldan Rodriguez.
Nel 2007 le scuderie che si legano al nome e alla storia Minardi diventano tre, grazie alla collaborazione con la scuderia di Angelo Corbetta: nasce così il Team Minardi by Corbetta Competizioni che milita nei campionati di Formula Azzurra e Formula 3 Italia.
Gli auspici sono buoni nella prima gara in GP2 in Bahrain ha conquistato in qualifica la prima fila con il brasiliano Negrao mentre già nella seconda gara in Spagna lo spagnolo Rodriguez ha conquistato i primi punti (4º posto).

Nel 2008 Giancarlo Minardi e Tancredo Pagiari terminano la loro collaborazione e quindi per il 2008 la Minardi correrà solo in Formula 3 Italia e Formula Azzurra.
La GP racing continuerà in Euroseries 3000 con il proprio nome (GP Racing) mentre in GP2 avrà solo il nome Piquet Sports. Giovanni Minardi, figlio di Giancarlo, passa dal team GP Racing (con cui ha vinto il campionato nel 2007) alla Scuderia PlayTeam.

Con la nuova stagione (2009) la famiglia del Team Minardi si allarga ed entra ufficialmente anche nel mondo del Kart, il primissimo passo che ogni campione del futuro affronta prima di arrivare al grande circus della Formula 1: dopo il BVM Minardi, impegnato nel Campionato Italiano di Formula Renault 2.0 ed Eurocup, e il Team Minardi by Corbetta Competizioni con il suo progetto in Formula Azzurra e Formula 3 nazionale, nasce il Minardi by Blu Racing Team di Stefano Brena. Il neonato team prenderà parte al Campionato Area Nord - Trofeo Easykart - nelle classi 50cc-60cc-100cc-125cc e alle Finali europee in Polonia (23 agosto - Miedziana Góra), italiana (27 settembre – Pomposa) e internazionale (18 ottobre – Siena) con i suoi portabandiera Alessandra Brena (classe 1995 – 100 cm³), Alessandro Ruggeri (classe 1990 – 125 cm³), Alessandro Tagliacollo (classe 1996 – 100 cm³), Nicola Sciaguato (classe 1995 – 100 cm³), l’esordiente Guido Sciaguato (classe 1997 – 60 cm³), Pezzoni Stefano e Giganti Gabriele.
Sul lato piloti la famiglia Minardi è composta dal campione in carica Superleague Formula Davide Rigon (campione italiano ed europeo di F.3000 nel 2007) e attuale pilota GP2 Main Series, dal Campione Italiano GT 2008 Gabriele Lancieri, Campione Italiano Renault Clio RS Luca Casadei, da lady Alessandra Neri e dalle new entry Daniel Zampieri e Salvatore Cicatelli.
Successivamente grazie al figlio di Giancarlo, Giovanni il marchio Minardi si lega al management di giovani piloti, dal già citato Davide Rigon, tester Ferrari per quanto riguarda il simulatore, a Gabriele Lancieri (vincitore della 6 ore di Vallelunga e campione italiano Sara GT nel 2008), Alessandra Neri e Lorenzo Campolese.



Risultati in Formula 1:


Esordio: Gp del Brasile 1985
Primo arrivo nei punti: Gp di Gran Bretagna 1988 (6° posto con Pierluigi Martini)
Miglior posizione in gara: 4° posto (raggiunto in tre occasioni: 2 volte con Martini nel 1991 e una volta con Fittipaldi nel 1993)
Miglior posizionamento nella classifica costruttori: 7° posto (1991 con 6 punti)
Miglior punteggio finale: 7 punti (risultato raggiunto due volte, nel 1993 e nel 2005)
Ultimo arrivo a punti: Gp Usa 2005 (5° e 6° posto con Christijan Albers e Patrick Friesacher)
Ultima gara: Gp Cina 2005 (chiuso al 14° e 16° posto)




La Minardi è solo l'ultimo esempio di come si possa creare una scuderia anche senza troppi mezzi, alimentati esclusivamente dalla passione e dalla voglia di far parte della storia di F1. I sacrifici fatti da Giancarlo Minardi hanno fatto si che questo piccolo team rimanesse nel cuore di molti tifosi italiani, nonostante la squadra non abbia mai raccolto pole position o piazzamenti sul podio.

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