giovedì 16 marzo 2017

C'era una volta un team: Jordan Grand Prix

Il team Jordan Grand Prix, fondato da Eddie Jordan nel 1991 ha gareggiato in Formula 1 fino al 2005 raccogliendo in totale 4 vittorie. Grazie a questa scuderia esordirono in Formula 1 Rubens Barrichello (che regalò alla Jordan la sua prima pole position), Eddie Irvine, Ralf Schumacher e soprattutto Michael Schumacher (che disputò nel team britannico una sola gara prima di approdare alla corte di Flavio Briatore in Benetton).


Storia


Prima della Formula 1


Eddie Jordan
Nel 1980 l'ex pilota irlandese Eddie Jordan fondò la scuderia Eddie Jordan Racing, facendo correre le sue vetture nella F3 britannica.
Nel 1983 il giovane pilota inglese Martin Brundle (futuro pilota in Formula 1 con Benetton, Ligier e Williams) sfiorò il titolo, battuto dal promettente brasiliano Ayrton Senna.
La Eddie Jordan Racing riuscì a coronare i suoi sogni iridati nel 1987 grazie all'inglese Johnny Herbert.
Forte dei buoni risultati ottenuti Eddie Jordan, nel 1988 iscrisse la scuderia nel campionato internazionale di Formula 3000, e dopo una buona annata iniziale con Herbert, nel 1989 conquistò il titolo piloti grazie al francese Jean Alesi, che lo stesso anno esordì in Formula 1 con la Tyrrell.


I successi ottenuti sul finire degli anni '80 furono il preludio del passaggio della scuderia irlandese in Formula 1. Nel 1990 Jordan richiese alla FIA la partecipazione della sua scuderia in Formula 1. Verso la fine dello stesso anno l'autorizzazione gli fu accordata e Jordan contattò come progettista l'ingegnere Gary Anderson, che nel 1988 gli aveva soffiato il titolo in Formula 3000. Il team fu chiamato Jordan Grand Prix.


Formula 1



1991


Bertrand Gachot sulla 191
Fu l'esperto John Watson a testare per primo la Jordan 191, prima vettura della scuderia preparata per il mondiale di F1. In seguito il patron irlandese assunse l'italiano Andrea De Cesaris (forte dell'appoggio della Marlboro) e il belga Bertrand Gachot, al suo terzo anno in Formula 1 dopo aver guidato le poco potenti Onyx, Rial e Coloni.
Le prime gare non furono molto facili per il team, perché spesso a buone qualifiche si contrapponevano gare disastrose, causate da guasti o da uscite di pista.
Dal Gran Premio del Canada però, la scuderia cominciò a ottenere punti, con De Cesaris quarto e Gachot quinto. L'italiano riuscì anche nella gara successiva del Messico a bissare il risultato, nonostante fosse rimasto senza benzina nel corso dell'ultimo giro, cosa che gli costò un iniziale squalifica per aver provato a spingere la macchina fino al traguardo. La FIA in seguito accolse l'appello di Jordan che fece leva sul fatto che De Cesaris stesse spostando la vettura solo per ragioni di sicurezza. In Gran Bretagna Gachot arrivò sesto e in Germania ambedue i piloti giunsero di nuovo a punti.



Schumacher esordisce nel Gp del Belgio 1991
Nel Gran Premio d'Ungheria il pilota belga fece segnare il primo giro più veloce nella storia della scuderia irlandese, ma dopo questo risultato esaltante pochi giorni dopo fu arrestato a Londra con l'accusa di avere usato uno spray urticante (proibito in Inghilterra) contro un tassista con cui ebbe una colluttazione. Jordan dovette quindi trovare un sostituto per il resto della stagione e la scelta cadde sul promettente pilota tedesco Michael Schumacher, grazie all'ottima conoscenza del circuito che avrebbe ospitato la successiva gara in Belgio e ai 150.000 dollari pagati dalla Mercedes con cui il pilota tedesco correva nel Mondiale Endurance.
Schumacher riuscì subito a mettersi in luce qualificandosi in settima posizione e mettendosi alle spalle piloti molto più esperti di lui con macchine molto più competitive della piccola Jordan. Il giorno dopo però il tedesco ruppe la frizione al via vanificando il risultato del giorno prima.

L'altro scudiero del team, il romano Andrea De Cesaris si comportò molto bene in gara, issandosi a lungo al secondo posto e arrivando ad insidiare il leader della corsa Ayrton Senna, afflitto da problemi al cambio. Ma proprio quando la vittoria sembrava ad un passo, la 191 cedette, provocando così il ritiro del pilota italiano.
Prima della gara successiva a Monza, la Benetton ingaggiò Michael Schumacher girando il brasiliano Roberto Moreno al team irlandese. L'esperto brasiliano corse però solo due gran premi, venendo poi sostituito dal giovane italiano Alex Zanardi proveniente dalla Formula 3000, in cui lottò fino all'ultima gara per il titolo giungendo secondo nella classifica finale beffato per soli 5 punti da Christian Fittipaldi. La scuderia irlandese chiuse la stagione di debutto al 5° posto del mondiale costruttori con 13 punti ottenuti e con i due quarti posti di De Cesaris come miglior risultato.



Il passaggio ai motori Yamaha (1992)


Nel 1992 Jordan ottenne il supporto finanziario della Sasol (petroliere sudafricano) e della Barclays, più il supporto tecnico (e soprattutto economico) della Yamaha, che fornì il suo motore V12 dimostratosi competitivo alla fine della stagione precedente.
Il telaio invece era un'evoluzione del già ottimo modello 191, con un muso ancor più rialzato. I piloti erano Stefano Modena (autore di una buona stagione con la Tyrrell) e Maurício Gugelmin (in crisi di risultati dopo una stagione travagliata alla Leyton House, ma forte di un munifico sponsor); a De Cesaris e Zanardi non fu rinnovato il contratto per mancanza di fondi.

Stefano Modena sulla Jordan nel 1992

Purtroppo per la scuderia il nuovo motore si rivelò molto pesante compromettendo l'eccellente equilibrio che era stato raggiunto l'anno precedente con il più compatto V8 Ford. I problemi al nuovo cambio sequenziale introdotto quell'anno fecero il resto provocando numerosi ritiri nel corso della stagione. Solo nell'ultima gara stagionale in Australia Modena fu in grado di ottenere un punto, mitigando la delusione in seno alla squadra.


Il passaggio ai motori Hart (1993-1994)


Barrichello sulla Jordan Hart nel 1993
Il 1993 si aprì con un nuovo motore (il V10 costruito da Brian Hart) e due nuovi piloti: il promettente Rubens Barrichello e l'esperto Ivan Capelli, licenziato dalla Ferrari e con tanta voglia di riscatto. Dopo due GP avari di risultati l'italiano decise di interrompere la collaborazione con Jordan, demotivato dalle scarse prestazioni della sua monoposto. 
Al suo posto venne preso Thierry Boutsen, molto gradito allo sponsor Barclays ma troppo alto per il telaio progettato da Anderson; il belga collezionò solo amarezze e si ritirò dopo il Gran Premio del Belgio, venendo sostituito dagli italiani Marco Apicella e da Emanuele Naspetti.
Barrichello invece fu autore di una stagione molto interessante, mettendosi in luce a Donington, in una gara condizionata dai numerosi mutamenti del clima, dove sfruttando l'incapacità tattica della Williams di adeguarsi alla situazione, riuscì con una strategia intelligente ed una guida priva di errori a tenere a lungo la seconda posizione prima di ritirarsi per guasto meccanico. In Francia il brasiliano confermò la sua crescita giungendo settimo. 

Nel penultimo appuntamento del Mondiale Rubens Barrichello riuscì finalmente a conquistare due punti, giungendo quinto al traguardo davanti al nuovo compagno di squadra Eddie Irvine che sostituì l'italiano Naspetti dal gran premio del Giappone. Il nordirlandese proveniente dalla F3000 giapponese si mise subito in luce, rendendosi protagonista di un sorpasso in gara ai danni di Ayrton Senna (che si trovava in testa inseguito dalla Williams di Alain Prost) nel tentativo di sdoppiarsi, causando le ire di quest'ultimo con cui sfiorò una rissa nel dopo gara. La scuderia irlandese quindi chiuse il 1993 con 3 punti, issandosi al 10° posto della classifica costruttori.

1994


Nel 1994 venne confermata la coppia Barrichello-Irvine. Per il secondo anno consecutivo il team irlandese usufruì della motorizzazione di Brian Hart. I progressi della nuova vettura emersero già dalla prima gara con Barrichello che riuscì a rimontare fino alla quarta posizione dopo essere partito dalla quattordicesima posizione in griglia. Tutt'altra storia per il suo compagno di squadra Irvine che venne squalificato per 3 gran premi dopo aver causato un incidente che coinvolse Jos Verstappen e Martin Brundle.

Il maxi incidente causato da Irvine nel Gp del Brasile


La sua vettura fu affidata al giapponese Aguri Suzuki per il Gran Premio del Pacifico, mentre nelle due gare successive Jordan richiamò l'italiano Andrea De Cesaris, che accettò con entusiasmo l'incarico arrivando al gran premio di Montecarlo in quarta posizione. Barrichello nel frattempo confermò il suo ottimo inizio di stagione nel Gp del Pacifico dove riuscì a salire sul gradino più basso del podio regalando il primo podio alla scuderia di Eddie Jordan.

L'incidente di Barrichello a Imola
Nel gran premio successivo però il brasiliano fu costretto a salutare la compagnia il venerdì, uscendo rovinosamente di pista e impattando contro una barriera di pneumatici a bordo pista e rimediando un ingessatura al braccioBarrichello rientrò due settimane dopo nel Gran Premio di Montecarlo dove fu costretto al ritiro.
A coronamento di una buona stagione, il pilota brasiliano conquistò la pole position al Gran Premio del Belgio, grazie ad un'ottima strategia che gli permise di staccare il tempo a pochi secondi dalla fine, quando la pista andava asciugandosi mentre gli altri piloti avevano già completato il loro numero di giri disponibili per poter realizzare tempi cronometrati e risultando all'epoca come il pilota più giovane ad aver mai realizzato una pole position.
A fine anno il team eguagliò il risultato del 1991 classificandosi quinto nel Mondiale Costruttori con ben 28 punti raccolti.


Il passaggio ai motori Peugeot (1995-1997)



Per garantire alla scuderia un ulteriore salto di qualità Eddie Jordan abbandonò i poco potenti motori Hart e avviò una nuova collaborazione con i motori Peugeot, abbandonati dalla Mclaren che da quell'anno avviò una partnership con la Mercedes che dura ancora oggi.
La Peugeot appoggiò quindi il team irlandese fornendo gratuitamente i propri motori e sponsorizzandolo insieme al petroliere francese Total, consentendo così un notevole aumento del budget.
Nonostante i buoni propositi però il progetto stentò a decollare con 0 punti raccolti nei primi tre gran premi dell'anno.

Podio Montreal 1995: Barrichello e Irvine al 2° e 3° posto
Dalla successiva gara in Spagna in cui Eddie Irvine (confermato quest'anno insieme a Barrichello) la Jordan progredì toccando il suo apice nel Gran Premio del Canada dove chiuse con entrambi i piloti sul podio alle spalle di Jean Alesi alla sua prima vittoria in Ferrari.
Dopo la gara di Montreal arrivarono altri 5 piazzamenti nei primi 6 posti che consentirono al team di chiudere in 6° posizione nella classifica costruttori con 21 punti.
Il 1995 fu l'ultimo anno in Jordan per Eddie Irvine che fu acquistato dall'ambiziosa Ferrari che con l'acquisto di Michael Schumacher e di altri uomini di punta della Benetton (scuderia dominatrice dei mondiali 1994 e 1995) puntava ad un ritorno al vertice.


1996


Il terribile incidente di Brundle
Nel 1996 in Jordan si formò una nuova coppia: Irvine fu sostituito dall'esperto Martin Brundle (al suo ultimo anno in Formula 1) mentre fu confermato il brasiliano Rubens Barrichello, alla sua quarta stagione nel team irlandese.
La stagione cominciò per la Jordan con un terribile incidente a Martin Brundle nel GP d'Australia, dove la sua vettura decollò su quella di Herbert, capottandosi. Fortunatamente il pilota uscì illeso, riuscendo addirittura a rischierarsi nella seconda partenza della gara di Melbourne.
I primi punti furono poi conquistati da Barrichello al Gran Premio d'Argentina e in tutto furono 22, di cui 14 del brasiliano e 8 dell'inglese. Complessivamente la stagione fu deludente per la squadra, partita con grandi ambizioni ma tradita dal telaio, assolutamente non competitivo malgrado il grande aiuto del motore Peugeot. 


La livrea oro di Montecarlo
A fine anno la scuderia venne comunque totalmente riformata per quanto riguarda i piloti, con Brundle che si ritirò e Barrichello che passò alla Stewart. 



Vennero allora ingaggiati i giovani Giancarlo Fisichella proveniente dalla Minardi e Ralf Schumacher, al suo primo anno in Formula 1 dopo aver brillantemente gareggiato in F.Nippon. 
Da notare che per la prima volta nella sua storia la Jordan assunse il colore giallo, che avrebbe poi caratterizzato i suoi anni successivi, voluto dal nuovo sponsor principale della squadra: la marca di sigarette Benson & Hedges.
Nel corso dell'anno furono provate varie colorazioni partendo da un giallo chiaro ad una livrea color oro che avrebbe accompagnato le vetture fino al 1998, in cui il team avrebbe assunto in via definitiva i colori nero e giallo.


1997


Il 1997 partì con la nuova coppia Fisichella-Schumacher. La nuova vettura, la 197, motorizzata ancora dal motore V10 della Peugeot, si rivelò molto veloce, e i due piloti, malgrado una convivenza difficile che li portò più di una volta alla collisione nel corso della stagione, riuscirono a salire sul podio per tre volte di cui due con Fisichella, che in Belgio riuscì ad arrivare secondo e una con Ralf Schumacher.

La Jordan 197 motorizzata Peugeot

A fine anno la scuderia totalizzò 33 punti confermando il quinto posto della stagione precedente.
La Peugeot decise di abbandonare la squadra per seguire la scuderia francese Prost Grand Prix, lasciando dopo 3 anni la scuderia di Eddie Jordan.


1998


La 198 guidata da Damon Hill nel Gp di Spagna
Per il 1998 venne ingaggiato il Campione del Mondo 1996 Damon Hill in cerca di riscatto dopo un'annata incolore alla Arrows. L'inglese sostituì Giancarlo Fisichella, passato alla Benetton. L'ingaggio, però, costò caro a Jordan: 15 milioni di dollari a stagione che insieme all'acquisto del progettista Mike Gascoyne che affiancò Gary Anderson nella progettazione della 198.
Al posto dei motori Peugeot arrivò il motore Mugen-Honda, molto più leggero e compatto, che rese il peso della vettura inferiore ai 600 kg.
La stagione partì malissimo: nei primi 8 gran premi non fu raccolto alcun punto.
Dal Gran Premio di Silverstone la fortuna iniziò a girare e Ralf Schumacher raccolse il sesto posto. Da questo piazzamento in poi la Jordan cominciò a migliorare sempre di più culminando con la doppietta del Gran Premio del Belgio.

Jordan festeggia sul podio la prima vittoria per la sua scuderia
La gara di Spa rappresentò quindi la prima vittoria della scuderia irlandese in Formula 1 grazie a Damon Hill che complice un ordine di scuderia rimase davanti al compagno di squadra Schumacher fino al traguardo. Questo risultato fu conquistato in condizioni molto particolari, con il circuito bagnatissimo e i maggiori protagonisti fuori gara (famoso l'episodio in cui Michael Schumacher tamponò Coulthard).
Nella gara successiva Ralf Schumacher conquistò in condizioni "normali" un terzo posto, a dimostrazione dell'ottimo lavoro di sviluppo effettuato dalla squadra durante la stagione.
Grazie a questi risultati la Jordan divenne la quarta forza del campionato chiudendo il 1998 con ben 34 punti, battendo il record stabilito nella precedente stagione.


1999


La stagione 1999 fu la migliore nella storia della Jordan. La coppia di piloti era formata dal tedesco Heinz Harald Frentzen proveniente dalla Williams e dall'inglese Damon Hill, al suo ultimo anno di attività in Formula 1. La nuova Jordan 199, progettata da Mike Gascoyne, non fu un nuovo progetto ma un'evoluzione del valido telaio della stagione precedente.

La Jordan 199 con cui Frentzen vinse 2 Gp
In questa stagione il patron Eddie Jordan, alla maniera della Ferrari, cominciò a mettere il suo marchio su molti prodotti, tra i quali quelli di abbigliamento. Per garantirsi solide basi economiche per rafforzare la squadra, Jordan cedette il 40% del suo team alla società Warburg Pincus, per un valore di 80 milioni di dollari.

Frentzen festeggia sul podio di Monza il primo posto
Frentzen partì subito alla grande, raccogliendo due podi nelle prime due gare e ponendosi subito tra i papabili per la lotta per il mondiale.
Mentre le prestazioni del suo compagno Damon Hill furono sempre al di sotto delle aspettative, il tedesco riuscì a partire dal Gran Premio della Francia a inanellare una serie di gare molto positive con due vittorie a Magny Cours e a Monza e altri due podi in Belgio e Germania.
Nelle ultime tre gare della stagione però Frentzen raccolse solo un sesto e un quarto posto, dovendo così rinunciare al titolo che andò per la seconda volta consecutiva al finlandese Mika Hakkinen su Mclaren.
I risultati ottenuti dal tedesco però insieme agli 11 punti dell'inglese Hill permisero al team di salire di un posto nella classifica costruttori, chiudendo il 1999 al terzo posto con 61 punti.


Il declino


2000


Nel 2000 la Jordan si presentò come terza forza del campionato. L'ampio budget dovuto agli introiti del terzo posto nella stagione precedente spinsero Gascoyne a progettare una vettura "estrema", in ogni suo settore. Per quanto riguarda l'organico della scuderia venne ingaggiato dalla Prost l'italiano Jarno Trulli, come sostituto di Hill.
La stagione iniziò discretamente con Frentzen che conquistò un buon terzo posto a Interlagos, in Brasile, ma il prosieguo fu per entrambi i piloti un vero e proprio calvario, a ottime qualifiche si contrapponevano gare disastrose, tanto che nei primi dieci gran premi ci furono ben dodici ritiri e solo otto volte Trulli e Frentzen conclusero la gara.

Heinz Harald Frentzen alla guida della Jordan nel 2000

Tra questi ritiri ci fu quello del pilota italiano mentre si trovava secondo a Monaco, davanti a David Coulthard. Questi disastrosi risultati indussero Gascoyne a passare alla Benetton e venne progettata una nuova vettura la EJ10B, molto più convenzionale della precedente, che permise a Frentzen di conquistare un terzo posto a Indianapolis e alcuni piazzamenti a punti.
A fine anno, però, il bilancio fu molto peggiore rispetto a quello dell'anno precedente. Nessuno dei due piloti poté lottare per il titolo e la scuderia concluse al sesto posto in classifica costruttori con soli 17 punti.
Il problema di fondo della vettura era dovuto al fatto che non riusciva a mandare bene in temperatura le gomme, inoltre vi fu un tracollo dell'affidabilità (il confronto con la stagione precedente sotto questo punto di vista fu impietoso) causato principalmente da problemi di gestione elettronica. Una ulteriore "tegola" sulla credibilità della squadra la diede Max Mosley (presidente della FIA), che a Imola dichiarò: "abbiamo scoperto che qualcuno nel 1999 ha utilizzato l'elettronica per controllare la trazione della vettura in maniera illegale. Fortunatamente chi ha compiuto queste scorrettezze non è giunto né al primo né al secondo posto del mondiale".
Ad alimentare i sospetti fu l'apertura dello sportellino del rifornimento che in più di un'occasione si aprì in gara: il sospetto che il limitatore di velocità dei box (che azionava l'apertura del suddetto sportello) venisse usato come antispin (controllo della trazione) fu molto forte ma non venne mai provato ufficialmente.


2001


Trulli e Alesi impegnati con la EJ11 sul circuito di Spa
Il 2001 vide una piccola ripresa del team irlandese. Venne confermata la coppia di piloti dell'anno precedente e la nuova vettura, la EJ11, presentava notevoli differenze rispetto alla precedente soprattutto per quanto riguarda l'aerodinamica e gli alettoni.
I risultati, quindi, non tardarono ad arrivare, con la conquista di 13 punti nelle prime cinque gare da parte di entrambi i piloti. Dal Gran Premio d'Austria, però, ritornarono quei problemi di affidabilità che l'anno precedente avevano colpito la vettura.
A Monaco Frentzen ebbe un incidente e fu costretto a saltare il Gran Premio del Canada, in cui fu sostituito da Ricardo Zonta, che non andò oltre il settimo posto. In Francia Trulli conquistò il quinto posto, ma fu poi costretto al ritiro per cinque gare consecutive.
Intanto Frentzen, accusato di scarso rendimento, venne ceduto alla Prost in cambio di Jean Alesi, che concluse la sua carriera nel team irlandese conquistando in Belgio il suo ultimo punto in carriera.
A fine anno la Jordan giunse quinta in classifica costruttori con 19 punti con tre quarti posti come miglior risultato.


2002


Fisichella impegnato nel Gp della Spagna
Nel 2002 la Jordan si presentò con un enorme budget. Fra i piloti vi furono il ritorno di Giancarlo Fisichella e il debutto di Takuma Sato (spinto dalla Honda). L'obiettivo annuale era, non più come negli anni precedenti, tornare tra i top team, ma battere la BAR, che disponeva dello stesso motore.
La EJ12 non fu però all'altezza delle vetture precedenti e gli unici risultati positivi furono 4 quinti posti raccolti da Fisichella in Austria, Montecarlo e Canada e da Sato nell'ultima gara dell'anno in Giappone.
Con questi miseri risultati la Jordan si classificò solamente in sesta posizione con 9 punti conquistati. L'unica magra consolazione fu l'aver battuto la rivale BAR.


Il passaggio ai motori Ford e l'ultima vittoria in Brasile (2003-2004)


Fisichella su Jordan nel 2003
Prima della stagione 2003 a causa delle restrizioni sugli sponsor dei tabacchi, la Benson&Hedges abbandonò la scuderia. Con un budget inferiore a 80 milioni si resero necessari molti tagli di spesa, anche per quanto riguarda il personale tecnico, che si ridusse notevolmente.
La stagione si presentò quindi difficile e impegnativa ancor prima di cominciare. I piloti furono il confermato Giancarlo Fisichella e Ralph Firman, vincitore della F.Nippon nel 2002. Da quest'anno la scuderia irlandese utilizzò i propulsori Ford.

Fisichella e Jordan festeggiano la vittoria nel GP del Brasile
Nonostante la scarsa competitività della vettura la Jordan conquistò la sua ultima vittoria in Formula 1, seppure in una situazione molto particolare: nel Gran Premio del Brasile la gara venne interrotta per la pioggia battente che aveva causato numerosi incidenti.
A causa di un errato cronometraggio la vittoria fu inizialmente attribuita a Kimi Raikkonen su McLaren, ma a seguito di un reclamo di Eddie Jordan, il risultato del Gran Premio venne anticipato di un giro, quando in testa si trovava l'italiano Giancarlo Fisichella che vinse il suo primo Gran Premio in carriera.
Nella successiva gara a Imola prima delle prove del venerdì avvenne quindi il passaggio del trofeo tra il pilota finlandese e Fisichella in una rinnovata cerimonia di premiazione.

Dopo l'acuto del Brasile però non arrivarono altri risultati di rilievo e la scuderia irlandese raccolse solamente altri tre punti, merito soprattutto del cambiamento regolamentare che assegnava punti fino all'ottava posizione in gara. Grazie all'ottavo posto in Spagna di Firman (che saltò due gran premi in Ungheria e Italia a causa di un terribile incidente in Germania) e un settimo posto raccolto da Fisichella nel Gran Premio degli Stati Uniti la Jordan giunse al nono posto in classifica costruttori con 13 punti conquistati.


2004


Nick Heidfeld sulla Jordan nel 2004
Ancora peggiore fu il 2004, pieno di difficoltà, con una vettura non competitiva e spesso schierata in griglia nelle ultime posizioni, così come in gara.
Venne cambiato totalmente la formazione dei piloti con Nick Heidfeld e Giorgio Pantano (pilota pagante) a sostituire Fisichella (passato alla Sauber) e Firman.
In Canada e nelle ultime tre gare del Mondiale il pilota italiano fu sostituito da Timo Glock per questioni legate al mancato pagamento delle rate previste per contratto.
I risultati utili furono molto pochi, conquistati per lo più da Heidfeld e, a sorpresa, da Timo Glock, in Canada, dopo aver sostituito Giorgio Pantano. La Jordan confermò il nono posto della stagione precedente conquistando solo 5 punti.


Il passaggio ai motori Toyota e la vendita al Gruppo Midland (2005)


In difficoltà economiche da diversi anni, all'inizio del 2005 la squadra fu venduta al gruppo di investitori del Midland Group, guidati dal finanziere canadese di origine russa Alex Shnaider.
Per il 2005 la squadra corse ancora con il nome Jordan e una fornitura di motori Toyota, mentre come piloti vennero scelti il portoghese Tiago Monteiro e l'indiano Narain Karthikeyan.

La Jordan nel suo ultimo anno in F1

L'unico risultato degno di nota fu il terzo e il quarto posto conquistati nel Gp degli Stati Uniti, merito soprattutto dell'abbandono della gara da parte dei team gommati MichelinGli incidenti durante le prove libere e ufficiali delle vetture con gomme francesi costrinsero i team a ritirare le proprie vetture dopo aver completato solo il giro di ricognizione, in quanto la FIA dichiarò le coperture Michelin non idonee per la sicurezza dei piloti in questa gara.
Lo schieramento di partenza vide quindi solo 6 vetture (le due Ferrari, le due Jordan e le due Minardi). Michael Schumacher conquistò la vittoria precedendo il suo compagno di squadra Barrichello e le due Jordan con Monteiro che conquistò così l'ultimo podio nella storia della scuderia irlandese in Formula 1Nelle gare successive arrivò soltanto un ottavo posto grazie a Monteiro e il team chiuse la sua ultima stagione con 12 punti confermando per il terzo anno consecutivo il nono posto nel campionato costruttori precedendo la sola Minardi.



Risultati in Formula 1:


Gran Premi disputati: 250
Vittorie: 4
Podi: 19
Pole Position: 2
Giri più veloci: 2
Punti: 291
Prima Gara disputata: GP USA 1991 (Gachot: Ritirato/ De Cesaris: Non PreQualificato)
Ultima Gara disputata: GP Cina 2005 (Monteiro: 11°/ Karthikeyan: Ritirato)
Prima Vittoria: GP Belgio 1998 (Damon Hill)
Ultima Vittoria: GP Brasile 2003 (Giancarlo Fisichella)
Miglior Piazzamento Mondiale Costruttori: 3° posto (1999 con Heinz Harald Frentzen e Damon Hill)




Nonostante i pochi risultati ottenuti a dispetto della competitività delle vetture, la Jordan è rimasta nel cuore dei tifosi, soprattutto per l'eccentricità del suo patron Eddie Jordan, una delle figure più carismatiche della Formula 1 degli anni '90.
Grazie alle sue capacità di talent-scout in questo team si sono messi in luce grandi piloti come Heinz Harald Frentzen, Rubens Barrichello, Ralf Schumacher, Giancarlo Fisichella, Jarno Trulli e Michael Schumacher.


Dalle ceneri di questo team è nata la Midland, sostituita nel 2007 dalla Spyker e infine dal team Force India, presente ancora oggi in Formula 1.

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