Jody Scheckter sulla Tyrrell P34 |
Insieme alla Brabham BT46B (denominata 'fancar' per via del suo grande ventilatore collocato nel retrotreno della monoposto) è una delle monoposto più rappresentative della storia di questo sport, conosciuta dai tifosi nonostante sia riuscita a raccogliere una sola vittoria ad opera del sudafricano Jody Scheckter nel GP di Svezia 1976.
Progettata da Derek Gardner, la P34 era dotata di tre assi da due ruote ciascuno, di cui due erano montati nell'avantreno della vettura con ruote di dimensioni ridotte per garantire un maggior carico aerodinamico nell'ingresso in curva. La vettura era alimentata dal glorioso V8 Ford Cosworth DFV di 2,993 cc montato in posizione longitudinale.
Derek Gardner, padre della P34 |
Derek Gardner fin dai primi anni '70 decise di sviluppare un tipo di vettura a sei ruote, per ottenere un maggiore carico aerodinamico, aumentando inoltre la superficie di contatto con l'asfalto grazie all'inserimento di quattro ruotine anteriori carenate e ad una ridotta carreggiata anteriore.
La Goodyear spalleggiò la Tyrrell in questo ambizioso progetto, costruendo gomme da 250 mm (10 pollici) da collocare nei due assi posizionati nella parte anteriore della monoposto, mentre nella parte posteriore rimasero le due ruote standard da 13 pollici. Per finanziare tale impresa inoltre, il 'boscaiolo' Ken Tyrrell si assicurò l'appoggio della Elf (che oltre al ruolo di sponsor, forniva anche il carburante) e della First National City.
La Koni si occupò invece della costruzione degli appositi ammortizzatori da utilizzare per l'avantreno, preoccupandosi di contenere il peso per non sbilanciare la vettura. In seguito a una serie di prove private per verificare la validità della monoposto, Tyrrell decise di utilizzarla per il Campionato del Mondo 1976, nonostante la vettura avesse presentato, a fronte di una maggiore efficacia nell'inserimento in curva, una non troppo entusiasmante velocità di punta nei rettilinei.
Patrick Depailler impegnato a Monaco |
La P34 debuttò ufficialmente nel GP di Spagna 1976, quarto appuntamento del Mondiale di Formula 1 di quell'anno, dimostrandosi subito competitiva con Patrick Depailler. Il pilota francese riuscì a piazzarsi al terzo posto nelle qualifiche sul circuito di Jarama, dovendo poi ritirarsi in gara a causa di un incidente nel corso del 25° passaggio. Nella gran premio successivo Scheckter, al debutto con la nuova vettura, conquistò il quarto posto dietro al duo Ferrari formato da Lauda e Regazzoni e alla Ligier di Jacques Laffitte. Un buon risultato per il team inglese, che progredì ulteriormente a Monaco, dove salì sul podio con entrambi i piloti (Scheckter 2° e Depailler 3°), mostrando il potenziale della propria vettura.
Clamorosamente la Tyrrell P34, alla sua quarta partecipazione ufficiale al Mondiale di F1, colse una doppietta con Scheckter e Depailler rispettivamente al primo e al secondo posto della classifica, davanti alla Ferrari di Niki Lauda. Questa vittoria venne impreziosita dalla conquista della pole position, sempre ad opera del sudafricano. In Francia, Gran Bretagna e Germania arrivarono ben 3 secondi posti (uno per Depailler e due per Scheckter) e un sesto posto, risultati che consolidarono la terza posizione della Tyrrell nel Mondiale Costruttori, alle spalle di Ferrari e Mclaren.
Il cedimento delle sospensioni sulle P34 provocò il ritiro di entrambi i piloti nel successivo GP d'Austria. Le ultime cinque gare del Mondiale furono un successo per la Tyrrell, che arrivò sempre a punti con almeno uno dei due piloti, conquistando altri tre secondi posti in Canada, Stati Uniti e Giappone.
Jody Scheckter davanti a Patrick Depailler |
Il team inglese concluse la stagione 1976 con un bilancio più che positivo: 3° posto assoluto nella classifica costruttori con 71 punti conquistati, 12 in meno della Ferrari.
Questi risultati, che avrebbero dovuto regalare soddisfazione a tutto il team, non trovarono l'entusiasmo di Jody Scheckter: mentre il suo compagno di squadra Depailler apprezzò il progetto P34 in più di un'occasione, il sudafricano polemizzò molto con la scuderia di Ken Tyrrell, lamentandosi per il mancato sviluppo degli speciali pneumatici Goodyear nel finale di stagione e ammettendo che i buoni risultati di quell'anno non sarebbero stati confermati nel 1977.
Scheckter decise di lasciare la scuderia britannica passando alla Walter Wolf Racing. Prima di andarsene dichiarò: “La P34 è solo un pezzo di spazzatura!”
Ronnie Peterson sulla P34 nel GP di Spagna 1977 |
La P34B era oggettivamente inferiore rispetto alla monoposto precedente, e i risultati di Peterson e del confermato Depailler non furono all'altezza di quelli ottenuti nel 1976.
Nel 1977 arrivarono molti ritiri per il team inglese, e i podi conquistati in Sudafrica, Canada, Belgio e Giappone, uniti ad altri quattro piazzamenti a punti nei GP di Stati Uniti, Svezia, Austria e Italia, non furono sufficienti a garantire un proseguimento dell'avventura a sei ruote' del team inglese. Con i pretesti del maggior peso raggiunto dagli ammortizzatori anteriori della P34B e del disinteressamento progressivo della Goodyear, la Tyrrell decise di passare a una monoposto più convenzionale per il 1978, utilizzando la 008, logica evoluzione della 007 che corse fino ai primi tre appuntamenti del Mondiale 1976.
La Williams FW08B del 1982 |
Molti altri team di Formula 1 provarono esperimenti simili a quello della P34: nel 1977 la Lotus testò una vettura dotata di 4 ruote anteriori, abbandonando il progetto senza mai correre ufficialmente in pista. Altre prove furono effettuate dalla Williams con la FW08B nel 1982, e dalla Ferrari con la T6, che a differenza della vettura inglese fu creata con quattro ruote posteriori su un unico asse, prendendo spunto dalla soluzione di copertura gemellare utilizzata in alcuni camion.
La March fu la scuderia che arrivò più vicina al debutto in pista, costruendo un prototipo sperimentale a cavallo tra il 1976 e il 1977 sul disegno creato da Robin Herd, il quale propose una monoposto con sei ruote della stessa dimensione (16 pollici) che avrebbe posseduto una migliore aerodinamica nella parte posteriore della vettura (dotata di quattro ruote delle sei ruote) oltre che una migliore trazione fornita dalle quattro ruote motrici. A differenza della P34, la March 2-4-0 non avrebbe patito il mancato sviluppo dei pneumatici, essendo predisposta per le gomme montate sulle vetture di F1 tradizionali.
Il nome 2-4-0 derivava dal sistema ideato dall'ingegnere olandese Frederick Methvan White per descrivere il rodiggio dei mezzi ferroviari utilizzando il numero delle ruote: nel caso della March 2-4-0, tali numeri indicavano le due ruote principali, le quattro ruote motrici e le zero ruote finali.
La March 2-4-0 |
Il costo di un progetto così ambizioso a fronte degli scarsi vantaggi ottenibili in gara, provocarono l'abbandono di questa idea, costringendo la March a ripiegare sulla 761, vettura tradizionale dotata di motore Ford Cosworth DFV.
Gare: 30
Vittorie: 1
Podi: 14
Pole position: 1
Giri veloci: 3
Prima gara disputata: Gran Premio di Spagna 1976 (Patrick Depailler: Ritirato)
Ultima gara disputata: Gran Premio del Giappone 1977 (Ronnie Peterson: Ritirato/ Patrick Depailler: 3°)
Telaio: Monoscocca in alluminio
Sospensioni: Anteriore= doppio braccio oscillante, molle elicoidali, ammortizzatori, barra stabilizzatrice / Posteriore= doppio braccio oscillante, puntoni, molle elicoidali coassiali con gli ammortizzatori, barra stabilizzatrice
Carreggiata anteriore: 1.234 millimetri
Carreggiata Posteriore: 1.473 millimetri
Passo: 2.453 millimetri
Motore: Ford-Cosworth DFV V8 da 2.993 cc, montato longitudinalmente in posizione centrale orientato di 90°
Trasmissione: Hewland FG400 5 marce (1977: 6 marce), manuale sequenziale con differenziale ZF
Peso: 595 kg (1977: 620 kg)
Carburante: Elf
Pneumatici: Goodyear
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