giovedì 16 marzo 2017

Leggende della F1: Jim Clark

Per la rubrica 'Leggende della Formula 1' rivediamo la straordinaria carriera del pilota Lotus Jim Clark, personaggio molto amato dagli appassionati di questo sport, vincitore di 25 gran premi su 72 apparizioni nel Mondiale distinguendosi per la sua incredibile velocità, paragonabile solo al fenomeno brasiliano Ayrton Senna.


James "Jim" Clark Jr (Kilmany, 4 marzo 1936 – Hockenheimring, 7 aprile 1968) è stato un pilota automobilistico britannico. Nei suoi anni di attività agonistica lo scozzese si è dimostrato come un pilota versatile avendo gareggiato con auto sportive, vetture turismo e nella 500 Miglia di Indianapolis, che ha vinto nel 1965Il Times ha inserito Clark nella parte superiore dell'elenco dei più grandi piloti di Formula 1 nel 2009.


Carriera


Gli inizi


La Sunbeam-Talbot con cui debuttò Jim Clark
Jim Clark era l'unico figlio maschio di una ricca famiglia di agricoltori scozzesi. La sua passione per le corse iniziò quando un amico del padre gli fece provare una Porsche. Anche se i suoi genitori erano contrari all'idea, Clark ha iniziato la sua corsa nei rally locali alla guida della sua Sunbeam-Talbot, dimostrandosi subito come un concorrente in grado di vincere.

Il 16 giugno 1956 ha partecipato al suo primo evento ufficiale, al volante di una DKW Sonderklasse a Crimond, in ScoziaNel 1958, Clark guidò per la squadra locale Border Reivers, che utilizzava vetture Jaguar D-type e Porsche in eventi nazionali, vincendo ben 18 gare.


La Lotus Elite con cui Clark corse a 
Le Mans
Poi, il giorno di Santo Stefano 1958, Clark ha corso contro l'uomo che lo avrebbe trasformato in una star. Alla guida di una Lotus Elite, lo scozzese arrivò secondo dietro a Colin Chapman (patron del team Lotus di Formula 1) in una gara di 10 giri della categoria GT sul circuito di Brands Hatch. Chapman è stato sufficientemente impressionato da affidare a Clark una delle sue vetture destinate a gareggiare in Formula Junior.
Nel 1959 ha guidato una Lotus Elite, finendo decimo a Le Mans con copiloti John Whitmore e l'ex-pilota Jaguar Bruce Halford, e con lo stesso equipaggio riuscì in seguito ad aggiudicarsi la Hill Climb Bo'ness.



Formula 1



1960


La Lotus 18 con cui lo scozzese agguantò il suo primo podio
Jim Clark debuttò in Formula 1 il 6 giugno 1960 nel Gran Premio d'Olanda, sul circuito di Zandvoort a bordo di una Lotus 18 (durante la sua carriera lo scozzese guiderà vetture costruite dalla scuderia di Colin Chapman) qualificandosi in 11° posizione e ritirandosi in gara nel corso del 49° giro a causa di un cedimento del cambio.
Nella sua seconda gara in carriera in Belgio sulla pista di Spa-Francorchamps, in un gran premio maledetto funestato dalla morte dei piloti Chris Bristow e Alan Stacey chiuse per la prima volta a punti arrivando al 5° posto.
Dopo un altro 5° posto nel successivo gp in Francia e un 16° posto in Gran Bretagna, lo scozzese riuscì a salire per la prima volta sul podio in occasione del Gran Premio del Portogallo alle spalle di Jack Brabham e Bruce Mclaren dopo essersi qualificato in 8° posizione.

La gara di Monza fu boicottata dai team Lotus, BRM e Cooper cosicchè Clark fu costretto a saltare l'evento. Rientrò nella Gran Premio degli Stati Uniti ma, complice un tamponamento con il suo compagno di squadra John Surtees nel corso del terzo giro e costretto a riparare ai box per il cambio del muso della vettura, si classificò in 16° posizione a 14 giri dal vincitore Stirling Moss. Lo scozzese chiuse quindi la stagione al 10° posto della classifica piloti con 8 punti raccolti.


1961


Il terribile incidente di Monza in cui morirono 15 persone
Nel 1961 Clark corse per la prima volta una stagione intera di Formula 1. Il pilota scozzese migliorò i risultati dell'anno precedente conquistando due volte il terzo posto in Olanda (in cui fece segnare il primo giro più veloce della sua carriera) e in Francia, ed un quarto posto nel Gran Premio della Germania.

Nella gara successiva a Monza Jim Clark fu coinvolto in uno dei peggiori incidenti della storia della Formula 1. Il 10 settembre nel corso del secondo giro mentre si stava preparando per affrontare la curva Parabolica la sua vettura ebbe una collisione con la Ferrari di Wolfgang von Trips; l'auto del tedesco si alzò in volo schiantandosi contro una barriera laterale che causò la morte del pilota, sbalzato fuori dall'abitacolo, e di altri 14 spettatori.
Lo scozzese chiude l'anno con un settimo posto negli Stati Uniti, confermandosi a quota 11 punti in 7° posizione nel Mondiale Piloti.

1962


Jim Clark sulla Lotus 25
L'anno successivo finalmente Clark riuscì a conquistare le sue prime vittorie, ben 3 in Belgio, Gran Bretagna e Stati Uniti, condite da ben 6 pole position, con il nuovo gioiello di casa Lotus, la 25.
Nel Gran Premio della Gran Bretagna lo scozzese oltre che la vittoria e la pole position ottenne anche il giro più veloce e rimase in testa dal primo all'ultimo giro completando così il suo primo 'Grand Chelem'.
Grazie ai 3 punti del quarto posto ottenuto nel Gran Premio della Germania Jim Clark conquistò il secondo posto in classifica con 30 punti, 12 in meno del Campione del Mondo di quell'anno Graham Hill.

1963


Jim Clark nel 1963 
La stagione 1963 fu quella della consacrazione per il pilota Lotus che dominando la stagione con ben 7 vittorie si aggiudicò il suo primo Mondiale di Formula 1 in carriera.
Tra queste affermazioni spiccò quella del Gran Premio del Belgio sul circuito di Spa-Francorchamps in condizioni metereologiche 'estreme' con la pista completamente bagnata a causa di una pioggia torrenziale che caratterizzò l'intera gara e una fitta nebbia.
Partito ottavo in griglia, lo scozzese superò tutti compreso il leader Graham Hill. Dopo soli 17 giri Jim Clark aveva doppiato tutti i piloti ancora in gara ad eccezione di Bruce Mclaren distanziato comunque di ben 5 minuti.


La Lotus 29 con cui il pilota scozzese si aggiudicò il 2° posto al debutto 
nella 500 Miglia di Indianapolis
Il neozelandese della Cooper non riuscì a colmare il gap che rimase lo stesso fino al traguardo regalando la prima delle 7 vittorie di quell'anno firmate Clark.
Lo scozzese alla fine dell'anno dominò la classifica con 54 punti nonostante ne avesse totalizzati ben 73 (a quei tempi venivano conteggiati solo i 6 migliori risultati ottenuti in stagione e Clark dovette scartare i punti provenienti dalla vittoria nel Gran Premio del Sudafrica e dal secondo e terzo posto ottenuti nelle gare di Germania e Messico).
Nello stesso anno debuttò nella 500 Miglia di Indianapolis a bordo di una Lotus 29. Chiuse la gara regina delle competizioni Americane in seconda posizione dietro Parnelli Jones guidando 28 dei 200 giri complessivi e conquistando il simbolico titolo di Rookie of the Year (premio assegnato al miglior pilota esordiente).


1964


Il 1964 parti bene per lo scozzese che si aggiudicò 3 vittorie e un quarto posto nelle prime 5 gare della stagione issandosi alla vetta della classifica.


Jim Clark impegnato sul tortuoso tracciato di Monaco nel 1964

Dando per scontato il bis iridato Clark si concentrò esclusivamente sulla 500 miglia di Indianapolis e nei successivi quattro appuntamenti del Mondiale di Formula 1 non raccolse punti, subendo così la rimonta di John Surtees, pilota Ferrari, e di Graham Hill su BRM.
Si arrivò all'ultima decisiva gara di Monza con i tre piloti in grado di lottare per il Mondiale, ma una perdita d'olio durante il gran premio monzese non gli consentì di andare oltre il quinto posto consegnando gara e titolo all'ex pilota di motociclette John Surtees (unico pilota della storia ad aver vinto il titolo sia nel motomondiale che in Formula 1).
Una sconfitta resa ancora peggiore dal fallimento della spedizione americana dove il cedimento della sospensione lo fece ritirare nel corso della 500 miglia di Indianapolis nonostante il giorno prima avesse conquistato la pole.

1965


Clark taglia vittoriosamente il traguardo del GP di Francia 1965
Nel 1965 lo scozzese bissò il successo del 1963 nel Mondiale grazie a 6 vittorie nelle prime sette gare (non partecipò alla gara di Montecarlo poiché impegnato nella 500 Miglia di Indianapolis).
In questa stagione per la quarta volta consecutiva conquistò il Gran Premio del Belgio e della Gran Bretagna, dimostrandosi il miglior pilota nella Formula 1 di quel periodo, oltre che il più veloce, aggiungendo altre 6 pole position al suo Palmares.
Il merito di queste vittorie è della competitività raggiunta dalla Lotus 33, nuova vettura progettata dal geniale Colin Chapman, costruita 'su misura' per Jim Clark.

In quell'anno riuscì anche nell'impresa di vincere la 500 Miglia di Indianapolis, guidando 190 dei 200 giri previsti e stabilendo il record della velocità media in gara (240 km/h), diventando il primo pilota non americano ad aggiudicarsi la storica corsa americana dopo quasi mezzo secolo di storia.

Clark festeggia con il suo team la vittoria della 500 miglia di Indianapolis

Allo stesso tempo, Clark gareggiò nella serie Tasman Series Cup in Australia, dove si correva con vecchie vetture di Formula 1. Lo scozzese risultò campione in questa categoria a bordo della Lotus nel 1965, 1967 e 1968, vincendo 14 gran premi, un record.

1966


Clark sulla Lotus 43 nel GP USA 1966
La FIA decretò nuove norme a partire dalla stagione 1966, autorizzando l'entrata di propulsori da 3 litri per l'alimentazione delle vetture.
Le Lotus 33 che disponevano di un motore Coventry-Climax di 2 litri, si trovavano quindi improvvisamente sfavorite, e questo non permise al campione scozzese di lottare per confermare il titolo dell'anno precedente.
Jim Clark riuscì a conquistare i suoi primi punti solo nella gara della Gran Bretagna con un quarto posto, mentre il primo podio arrivò nel seguente Gran Premio d'Olanda.

Con la sostituzione del modello 33 con la vettura 43, alimentata da un motore BRM H16 da 3 litri, arrivò l'unica vittoria dello scozzese in quell'anno nel penultimo appuntamento del Mondiale in Messico. L'unica consolazione per Clark arrivò dalla 500 Miglia di Indianapolis, conclusa al secondo posto dietro al britannico Graham Hill.

1967


La Lotus 49, prima vettura di Colin Chapman motorizzata Ford-Cosworth
Il 1967 fu un anno di transizione in cui la Lotus e Clark usarono tre modelli diversi di vetture e motori. Il debutto in Sudafrica fu effettuato con la Lotus 43 con cui la scuderia di Chapman aveva concluso la stagione precedente ma la gara fu disastrosa: nonostante il terzo posto sulla griglia di partenza infatti Clark dovette ritirarsi al 22° giro per un guasto al motore.
Nel successivo Gran Premio di Monaco lo scozzese utilizzò una vecchia Lotus 33, ritirandosi di nuovo questa volta per la rottura della sospensione.
Dalla gara successiva esordì in Formula 1 la Lotus 49, prima vettura della casa di Colin Chapman ad utilizzare il glorioso motore Ford-Cosworth DFV, il più vincente della storia della F1.

Con la nuova vettura Clark riuscì a riposizionarsi stabilmente al vertice della classifica in quasi tutte le gare vincendo 4 gran premi in Olanda, Gran Bretagna, Messico e Stati Uniti.


Jim Clark portato in trionfo dopo la gara di Monza 1967
Nella terz'ultima gara dell'anno a Monza Jim Clark entrò ufficialmente nella leggenda di questo sport. Dopo essere partito in Pole position, lo scozzese ebbe un problema nei primi giri, che lo costrinse a riparare ai box, perdendo un giro da tutti gli altri piloti.
Clark riuscì a riprendere la pista e si mise alla caccia di tutti gli altri. A suon di tempi record, lo scozzese rimontò su tutti recuperando un giro ai primi e arrivando in scia a Brabham e Surtees a poche tornate dalla conclusione del gran premio. Proprio quando l'impresa sembrava alla portata del campione, un calo di pressione della benzina lo costrinse a rallentare facendolo scivolare al terzo posto.
La gara fu vinta da Surtees, che conquistò la prima vittoria in Formula 1 per la Honda, ma il calore del pubblico fu tutto per l'asso della Lotus, capace di abbassare il record sul giro dell'anno prima di ben 3 secondi e 9 decimi, e Clark a fine gara fu sollevato in trionfo dalla folla italiana, mitigando in parte la delusione del mancato successo.

Lo scozzese concluse quindi la stagione al terzo posto assoluto con 41 punti, dieci in meno del vincitore del titolo Denny Hulme. L'annata fu condita da altre 6 pole position e 5 giri più veloci.


1968


Il 1968, grazie ai progressi della Lotus 43 motorizzata Ford-Cosworth, vincitrice degli ultimi due appuntamenti della stagione precedente, doveva essere l'anno del terzo trionfo iridato per lo scozzese. Jim Clark confermò subito le aspettative stravincendo sul Circuito di Kyalami nella prima gara dell'anno e minacciando un nuovo dominio per l'annata.


Jim Clark conquista a Kyalami la sua ultima vittoria in carriera



L'incidente mortale


Il 7 aprile del 1968, Clark morì in un incidente di gara presso il circuito di Hockenheim, in Germania. Inizialmente iscritto per la 1000 km di Brands Hatch, lo scozzese all'ultimo minuto decise di schierarsi nel Deutschland Trophäe, una gara di F2 sul circuito di Hockenheim a bordo della solita Lotus, principalmente per rispettare gli obblighi contrattuali nei confronti della Firestone.

Jim Clark sulla Lotus sponsorizzata dalla Gold Leaf

In quella 'gara minore' parteciparono molti piloti di F1 tra cui le Matra di Jean-Pierre Beltoise e Henri Pescarolo, le Tecno di Carlo Facetti e Clay Regazzoni, le Brabham schierate per Derek Bell e Piers Courage, la Ferrari di Chris Amon e la McLaren con Graeme Lawrence e Robin Widdows (anche un giovanissimo Max Mosley, destinato negli anni '90 a diventare presidente della FIA, prese parte all'evento).

La vettura incidentata di Clark 
Il Team Lotus schierò Graham Hill e Clark nella nuova livrea sponsorizzata dalla Imperial Tobacco attraverso il marchio Gold Leaf.  Nel corso del quinto giro della prima delle due manche previste per l'evento, la Lotus 48 di Clark si schiantò contro degli alberi posti vicino al circuito. Lo scozzese subì la rottura del collo e una frattura del cranio, morendo prima ancora di raggiungere l'ospedale.
Le cause che hanno portato all'incidente non sono mai state del tutto chiarite, anche se gli investigatori conclusero che molto probabilmente fu una gomma posteriore sgonfia all'origine del terribile sinistro.
Nel punto della pista in cui Clark ebbe l'incidente ad Hockenheim ancora oggi è stato istituito un grande memoriale, anche se con le modifiche attuali di riduzione sulla pista tedesca non è più possibile alle vetture giungere davanti al luogo della tragedia, circondato ora da una zona boscosa.

Il memoriale dedicato a Jim Clark sul circuito di Hockenheim

La morte di Jim Clark colpì tutto il mondo delle corse; il boss del team Lotus Colin Chapman fu devastato dalla morte del suo pilota di punta oltre che migliore amico e impiegò molti anni per superare il trauma.
Durante i funerali parteciparono molti tifosi di Clark provenienti da ogni parte del Mondo a dimostrazione di quanto fosse amato e seguito da una enorme schiera di fans.

Il Campionato piloti del 1968 fu vinto da Graham Hill, compagno di squadra dello scozzese in Lotus, con il pilota britannico che dedicò la vittoria allo scozzese recentemente scomparso

Jim Clark è sepolto nel villaggio di Chirnside in Berwickshire. Come da sue ultime volontà, sulla lapide è stato definito prima agricoltore che Campione del Mondo di Formula 1.
E' stata istituita nei pressi di un piccolo ruscello del suo paese natio, una statua a grandezza naturale dello scozzese in tuta da corsa.

La statua di Jim Clark


Grazie ai suoi risultati Jim Clark è considerato uno dei migliori piloti della storia della Formula 1 e al pari di Ayrton Senna, il più veloce.
In otto anni di carriera ha ottenuto infatti ben 33 pole position, vincendo 25 dei 72 Gran Premi a cui ha partecipato. Le sue capacità si sono estese anche oltre la F1, avendo gareggiato e vinto nel campionato britannico della Touring Car, Indycar, NASCAR.
Ha corso anche nel RAC Rally di Gran Bretagna nel 1966, alla guida di una Lotus-Cortina.
Ha gareggiato nella edizioni 1959, 1960 e nel 1961 della 24 ore di Le Mans, concludendo al terzo assoluto nel 1960, alla guida di una Aston Martin DBR1.

Jim Clark impegnato nel RAC Rally del 1966 sulla Lotus-Cortina

Si è distinto per aver saputo padroneggiare le Lotus 30 e 40, dimostrando la sua straordinaria capacità di adattarsi a qualunque auto gli mettessero a disposizione senza modificare il set up a differenza degli altri piloti.
Nel 1963 e nel 1965, Jim Clark ha eguagliato il record di Alberto Ascari per la più alta percentuale di punti possibili in un campionato di Formula 1 (100%), riuscendo a comandare nell'anno del suo primo alloro mondiale il 71,47 % dei giri complessivi.
Lo scozzese detiene anche il record per il più grande numero di Grand Chelem (pole, giro veloce, vittoria e rimanendo al comando dal primo all'ultimo giro) ottenuto in ben 8 occasioni nei Gran Premi di Gran Bretagna 1962, in Germania, Francia e Messico nel 1963, di nuovo Gran Bretagna nel 1964 e infine in Sud Africa, Francia e Germania nel 1965.
Leggenda vuole che il suo datore di lavoro e migliore amico Colin Chapman lo facesse sedere su una sedia con i vari componenti meccanici della vettura intorno, progettando di fatto le sue vetture su misura dell'asso scozzese.




Risultati in Formula 1:


Esordio: Gran Premio d'Olanda 1960
Campionati del Mondo Vinti: 2 (1963, 1965)
Gare disputate: 73 (72 partenze)
Vittorie: 25
Podi: 32
Pole Position: 33
Giri più veloci: 28
Punti: 255 
Ultima gara: Gran Premio di Sudafrica 1968


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